CONFINI D'EUROPA - CHISINAU (2007)

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regia / directed by: Corso Salani
cast: Raluca Botorogeanu, Corso Salani
sceneggiatura / screenplay:
Vanessa Picciarelli, Corso Salani
fotografia / cinematography: Corso Salani
montaggio / editing: Vanessa Picciarelli, Corso Salani
suono / sound: Anette Dujisin
produttore / producer: Gregorio Paonessa
produzione / production: Vivo Film
in collaborazione con / in collaboration with RAI 3 Fuori Orario
venditore estero / world sales: Vivo Film
paese / country: Italy
anno / year: 2007
durata / film run: 52’
formato / format: HD - colour
aspect ratio: 1:1.66
festival & awards: Miami International Film Festival 2009: Cinema 360°
Locarno International Film Festival 2008: Ici & Ailleurs

Chisinău
(Confini d’Europa)
Corso Salani viene chiamato come operatore cinematografico per il saggio di esame di
Raluca, studentessa di regia alla scuola di cinema rumena.
Il tema scelto è la vicina e più povera Moldova, i suoi dintorni e la capitale Chişinău. Insieme
andranno alla scoperta di questo stato appartato e sconosciuto, alla ricerca delle
radici di Raluca che, come tanti in Romania, ha origini moldave.
La posizione geografica della Moldova, racchiusa tra Romania e Ucraina, ne fa
una sorta di cuscinetto tra Europa e Russia post-comunista, condizione resa emblematica
dalla costituzione della Transnistria, regione separatista non riconosciuta a livello internazionale, che nel 1990 ha proclamato
la propria indipendenza con l’aiuto anche militare della Russia. L’influenza politica ed
economica dell’ex Unione Sovietica è una realtà schiacciante per la Moldova, come
spiegano anche i giovani cronisti dell’emittente radiofonica locale intervistati da Raluca:
per aspirare a una posizione sociale è necessario conoscere il cirillico e rinunciare
persino alla propria lingua, il rumeno.
Molta attenzione viene dedicata ai mezzi di comunicazione, indicatori infallibili di un
giovane stato democratico: oltre alla radio nazionale, la piccola troupe visita una ONG
indipendente che lavora nell’audiovisivo tentando di fare i conti con la scadente industria
cinematografica locale, mentre negli studi della Tv “Promoldova” viene
intervistata la presentatrice del Telegiornale.
Gli appunti di viaggio fissati da Salani sono brevi incontri, dettagli sorprendenti,
parentesi di leggerezza. Rapidi schizzi che compongono il ritratto polifonico di un popolo
semplice e schietto, di grande dignità anche nell’affrontare la povertà e la dura
piaga dell’emigrazione. Sono la registrazione complice di un’esperienza vissuta intensamente
e, come spesso accade nella vita, conclusa con la sensazione che sia sfuggita
troppo presto. Quello che resta è, come dice Raluca in un’ultima lettera di saluto,
allegria per le cose fatte e conosciute ma anche tristezza per quanto si lascia indietro
nel cammino.


Chişinău
(Borders of Europe)
Corso Salani is asked to act as cameraman when student film-maker Raluca has
to shoot her final film project at the Romanian School of Cinema.
The chosen subject is Romania’s near and poor neighbour Moldova, its surroundings
and its capital. Together, Salani and Raluca will discover this secluded and
unknown state as they search for Raluca’s roots. Like many people in Romania,
her family is originally Moldavian. Its geographical position between Romania and
Ukraine makes Moldova a sort of buffer between Europe and post-communist
Russia.
This condition became emblematic when Transnistria declared independence in
1990 with military help from Moscow. The region still operates as a de facto independent
state but is not recognised by any country.
The political and economical influence of the former Soviet Union remains an
overwhelming reality for Moldova. When Raluca interviews young reporters at a
local radio station, they reveal they have renounced their native language in favour
of Russian in order to enhance their social status. Raluca and Salani devote
great attention to the local media, for this turns out to reveal much about the fledgling
democratic state.
The little troupe visits the national radio station and an independent media-oriented
NGO struggling to cope with the mediocre local cinema industry. In the studios
of “Promoldova” TV a female news presenter is interviewed. Salani records
these and other brief encounters in his travel notes, reflecting on surprising details
and interludes of lightness.
Taken together, these quick sketches build to create a polyphonic portrait of a
genuine and straightforward people, respectable in the way they face up to poverty
and the scourge of emigration.
He records an experience lived intensely but, as often happens in life, with the feeling
that things have vanished too quickly.
The residue of the experience – as Raluca says in her last letter – is a sense of joy
for all that has been known and done but a sadness for what has been left behind.

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