Viaggio in Italia - Corso Salani
Omaggio in collaborazione con Associazione Corso Salani, Cinematheque Suisse e Vivo Film
Corso Salani è stato il primo regista che ho conosciuto. Non che non avessi visto film prima
di incontrarlo o che non avessi assistito a proiezioni in presenza di registi. Corso, invece, è
stato il primo direttore a cui ho fatto una telefonata, il primo a cui ho mandato una mail
(forse era un fax). Sono gli anni delle mie prime esperienze nei festival. Ero pieno di un timore
reverente dettato dalla mia inesperienza e dalla paura di disturbare.
La voce che mi ha risposto è stata gentile, attenta e ha tradito sin dalle prime parole, il suo
interesse, la sua ironia, la sua curiosità. Dopo questa chiamata, seguirono molti incontri,
Corso divenne un personaggio familiare e ho avuto modo di conoscere ed esplorare il suo
cinema con qualità uniche. Con una presenza di raro magnetismo e personalità, Corso è
diventato l'artefice di un viaggio ineguagliabile nella storia recente del cinema italiano.
Erano gli anni del video, del cinema libero, liberato dalla pesantezza del dispositivo e dei
macchinari del set cinematografico. Un cinema leggero, privato, fragile e cristallino, un cinema
sempre più ancorato alla vita e alla profonda voglia di reinventarsi costantemente. Corso ha
sempre giocato con la persona (o il personaggio) che ha risposto al telefono la prima volta.
Prima che la categoria del “cinema della realtà” entrasse nella “vulgata critica”, ma anche nella
pratica del cinema italiano del nuovo millennio, Corso ha saputo appropriarsi dell'agilità del digitale
per creare un viaggio d'autore. in cui il confine tra documentario e finzione si confonde,
non per ambiguità, ma per un profondo desiderio di trovare nella menzogna della finzione la verità
del documentario, nell'artificio della narrazione il movimento profondo della vita. La capacità di
anticipare i tempi è una qualità confortante, per certi versi ristoratrice, che non si addice alla grazia
tagliente e giusta di Corso e del suo cinema.
Noi, che lo abbiamo conosciuto e amato come uomo e come cineasta, abbiamo il dovere di non
celebrare ma di ricordare il presente, una qualità propria del cinema, riportando sempre in vita ciò
che l'emozionante e prezioso Corso ci ha lasciato i suoi film. La capacità di anticipare i tempi è una
qualità confortante, per certi versi ristoratrice, che non si addice alla grazia tagliente e giusta di Corso
e del suo cinema. Noi, che lo abbiamo conosciuto e amato come uomo e come cineasta, abbiamo
il dovere di non celebrare ma di ricordare il presente, una qualità propria
del cinema, riportando sempre in vita ciò che l'emozionante e prezioso Corso ci ha lasciato i suoi film.
La capacità di anticipare i tempi è una qualità confortante, per certi versi ristoratrice, che non si addice
alla grazia tagliente e giusta di Corso e del suo cinema. Noi, che lo abbiamo conosciuto e amato come
uomo e come cineasta, abbiamo il dovere di non celebrare ma di ricordare il presente, una qualità
propria del cinema, riportando sempre in vita ciò che l'emozionante e prezioso Corso ci ha lasciato i suoi film.
Francesco Giai Via
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